Cocciniglia tartaruga del pino
(Toumeyella parvicornis)
Toumeyella parvicornis è stata segnalata in Italia per la prima volta nel 2015. Sta contribuendo al declino e alla mortalità del pino domestico (Pinus pinea).
È una specie altamente adattabile e può avere un numero di generazioni variabile in base alle condizioni termiche.
Il principale stadio di dispersione naturale è il primo, detto neanide, in gradi di muoversi sull’ospite in cerca di un sito di alimentazione adatto, dove inserisce il suo apparato boccale. I maschi adulti sono alati e in grado di volare alla ricerca della partner. Le femmine adulte si presentano in due forme distinte, ovvero ovali e fortemente convesse durante l’alimentazione sulla corteccia, o allungate e moderatamente convesse quando si alimentano sugli aghi. La dispersione naturale avviene principalmente grazie al vento e al meccanismo della foresìa (trasporto passivo su altri animali).
Le cocciniglie espellono enormi quantità di melata che può conferire al pino un aspetto lucido, in particolare sulla corteccia. In seguito, spesse muffe fuligginose si sviluppano sulla melata facendo assumere alla corteccia e agli aghi un colore nero intenso, ostacolando la fotosintesi e contribuendo all’indebolimento degli alberi.
A causa dell’attacco si manifestano ingiallimenti e perdite degli aghi, a cui segue un declino generale della salute dell’albero, fino alla sua morte.
Il prodotto iniettato esplica la sua azione su neanidi e adulti. Il periodo ottimale di intervento è orientativamente tra marzo e giugno, per limitare i danni causati dalla prima e dalle successive generazioni. Ove non sia possibile effettuare i trattamenti in tale periodo, è comunque possibile intervenire in “emergenza” nei mesi estivi successivi. Il trattamento fitosanitario endoterapico effettuato mediante la tecnica Nuovo Metodo Corradi® consente il controllo pluriennale di questo fastidioso parassita con un solo ciclo di iniezioni.
Cos’è la cocciniglia tartaruga del pino (Toumeyella parvicornis)?
La cocciniglia tartaruga fa parte della macro-famiglia degli insetti e, nello specifico, appartiene agli artropodi, ordine degli emitteri e famiglia coccidae.
Questo insetto è noto anche come cocciniglia del pino, in quanto si tratta di un parassita che attacca l’integrità degli alberi appartenenti al genere pinus. L’accezione “tartaruga” deriva dalla morfologia tipica delle femmine adulte, che rimanda al carapace di una tartaruga. La toumeyella parvicornis si riconosce per il colore rossiccio; in particolare, sono le femmine quelle più facilmente individuabili a un primo sguardo, essendo di dimensioni variabili tra i 3,9 e i 4,4 mm.
La cocciniglia tartaruga del pino è un insetto fitofago (ovvero avente un rapporto trofico ai danni del vegetale che assedia) che ha fatto la sua prima comparsa in Italia nel 2014, nella Regione Campania. In realtà è una specie aliena nel nostro Paese, essendo originario del Nord America. La sua diffusione si deve a due fattori: la rapida moltiplicazione e l’assenza di predatori naturali.
La diffusione della cocciniglia tartaruga del pino
Come anticipato, la toumeyella parvicornis appare, per la prima volta in Italia, indicativamente nel 2014. Nello specifico, la Regione interessata è stata la Campania, con particolare attenzione per la città di Napoli, fino a raggiungere Salerno, Benevento e Avellino. Successivamente, la cocciniglia tartaruga del pino ha proliferato anche nel Lazio, dove, a partire dal 2018, ha raggiunto considerevoli zone dei parchi naturali presenti nella Capitale.
Molto probabilmente, il suo arrivo in Italia è avvenuto tramite il commercio di piante estere, come già successo con la cimice asiatica e il punteruolo rosso, altri insetti particolarmente infestanti. Al di là dell’origine, gli entomologi avvertono del rischio di una sempre maggiore diffusione, soprattutto per un motivo: tende a infestare anche ampie zone a ridosso di autostrade e tangenziali, riuscendo a muoversi grazie ai mezzi di passaggio come gli autocarri.
Per quanto riguarda le piante ospiti predilette dalla cocciniglia tartaruga, il pino domestico (Pinus pinea) è sicuramente il bersaglio preferito. Il pino marittimo (Pinus pinaster) si è, invece, dimostrato maggiormente resistente all’attacco della toumeyella parvicornis.