Altri parassiti delle piante
Nonostante l’impegno, le tante attenzioni e la cura assidua, capita spesso che le piante si ammalino e muoiano. Quando si parla di malattia si intende un’alterazione dello stato di equilibrio della pianta in relazione a uno stato ideale nel quale l’organismo vegetale si sviluppa al meglio.
Gran parte delle malattie che colpiscono le piante sono provocate dalle numerose specie di parassiti, la cui presenza si riconosce per lo più per evidenti anomalie sulle foglie. Appartengono alla categoria dei parassiti animali gli insetti che popolano i giardini (afidi, acari, cocciniglie, ecc.), mentre alla categoria dei parassiti vegetali funghi patogeni, portatori delle cosiddette malattie fungine, che si depositano sulle piante e ne sottraggono la linfa (tra questi molto nota la ruggine delle piante). I parassiti sono un vero e proprio incubo per la salute delle piante, anche per quelle aromatiche come l’alloro molto diffuse in tutta l’area mediterranea.
G.E.A., attiva su tutto il territorio nazionale, mediante trattamento endoterapico riesce a garantire la protezione degli esemplari trattati per almeno un anno.
Cecidomia fogliare del leccio
Questo dittero (Dryomyia lichtensteini) infesta principalmente le giovani piante di leccio che si sviluppano in zone ombreggiate e scarsamente ventilate. Il loro apparato fogliare viene interessato da un elevatissimo numero di galle che intralciano il regolare sviluppo vegetativo della pianta. Gli adulti compaiono nella seconda metà di aprile per accoppiarsi e deporre le uova tra le foglie appena abbozzate dei germogli. Compie una sola generazione all’anno e sverna come larva di terza età entro il rigonfiamento fogliare che ha generato e nel quale terminerà il suo sviluppo l’anno successivo.
Fillossera del Leccio
Questo piccolissimo Rincote (Phylloxera quercus), compiendo le sue punture principalmente sulle foglie di leccio (specie di quercia), causa la deformazione del lembo fogliare e la comparsa di numerose punteggiature giallastre, con conseguente necrosi dei corrispondenti tessuti. Le foglie fortemente infestate si accartocciano, disseccano e cadono. Sverna allo stadio di uovo negli anfratti della scorza oppure sotto le foglie delle specie a foglia persistente come il leccio, in occasione della ripresa vegetativa.
Limacina
Caliroa varipes è un piccolo Imenottero che produce vistose scheletrizzazioni fogliari. Le larve gregarie vivono sulla pagina fogliare inferiore delle piante ospiti, dove provocano tipiche erosioni del mesofillo con il rispetto delle nervature e conseguente intensa scheletrizzazione delle foglie. Sono tipicamente rivestite di muco di colore giallastro con la parte centrale del corpo verdastra, dovuta al colore dei tessuti vegetali ingeriti che traspaiono all’esterno. La Limacina compie due o tre generazioni all’anno.
Metcalfa
È un insetto omottero proveniente dalle Americhe (Metcalfa pruinosa) che nel periodo estivo infesta gli steli e le foglie delle piante ornamentali, agrarie e da siepi. Presenta una sola generazione all’anno, con svernamento allo stato di uovo, ed è caratterizzato da una grande polifagia, essendo stato notato su oltre 40 piante ospiti tra arbustive ed arboree. Dalla schiusa delle uova fuoriescono le neanidi, che sono bianche, coperte di cera e vivono sulla pagina inferiore delle foglie. La loro presenza è resa evidente dall’abbondante secrezione cerosa biancastra, mista alle esuvie dell’insetto. L’esemplare adulto è una farfallina grigio-azzurra con le ali a tetto. Un’infestazione molto elevata causa un rallentamento nella crescita dei germogli e la chioma delle piante attaccate viene imbrattata da secrezioni gluco-cerose, su cui si sviluppa un’abbondante fumaggine. Tra le essenze ad alto fusto maggiormente colpite ricordiamo acero, platano, tiglio, ippocastano, robinia, magnolia, etc.
Tingide del platano
È un omottero (Corythucha ciliata) che infesta esclusivamente il platano. L’insetto sverna come adulto sotto le placche della corteccia. Dal momento della germogliazione, gli adulti colonizzano la pagina inferiore delle foglie (l’imbrattamento è dovuto agli escrementi), generando neanidi che succhiano la linfa, determinando intense depigmentazioni, per lo più vicino alla nervature. Le foglie maggiormente colpite riducono considerevolmente l’attività fotosintetica, ingialliscono e seccano (arricciandosi e decolorandosi in modo anche non uniforme); cadono precocemente o rimangono inutilmente attaccate ai rami. Con le punture molto fitte, l’insetto facilita la diffusione del seccume fogliare (antracnosi).
Psille dell’albizzia
Sono omotteri psillidi (Psylla uncatoides e Acizzia jamatonica) che si differenziano quasi solo per dimensione (più grandi gli adulti di Acizzia). Questi insetti, muniti di un apparato pungente, si nutrono della linfa elaborata delle foglie, delle nervature, dei fiori e dei frutti, causano l’intristimento delle chiome sulle piante, che, in caso di forti attacchi, presentano su germogli, fiori e foglie, una melata consistente e la comparsa di fumaggine, che deturpa l’aspetto ornamentale dei rametti fioriti.